Quando si compra una stampante 3D, bisogna attuare delle “modifiche”. Difficilmente la stampante è pronta appena fuori dalla scatola. In questo video, 11 fantastici consigli per ottimizzare le nostre stampe. Del resto se tutto funzionasse al primo tentativo, sarebbe noioso.

 

1. Stabilizzare il frame

Spesso il frame è sistemato in fabbrica senza troppa cura, conclusione, appena montata la stampante non è stabile. Questo è un vero problema, perchè se non è stabile, potrebbe rompersi qualcosa con le vibrazioni. Con una chiave a Brugola, allentiamo le 4 viti dei piedini d’appoggio e portiamola in piano… L’ideale sarebbe mettere una livella a bolla. Appena è tutto appoggiato, serriamo le brugole stringendole un po’ per volta. Non stringete una brugola alla volta, procedete serrandole tutte uniformemente.

 

2. Calibrazione del piatto (da fare ad ogni stampa)

La distanza tra ugello e piatto riscaldato, è una parte fondamentale per una buona riuscita della nostra stampa. Questa operazione va ripetuta ad ogni stampa. Per prima cosa riscaldiamo il piatto alla temperatura d’esercizio, cioè alla temperatura che avrà mentre sta stampando, fate in modo che si scaldi solo il piatto e non l’ugello o altro. Mettiamo un foglio di carta A4 (per avere uno spessore corretto non usate altro),  sul piatto riscaldato. Portiamo l’ugello a livello della prima vite sotto al piatto, alziamo il piatto fino a che l’ugello opponga un po’ di resistenza ai movimenti del foglio, senza bloccarlo, facendolo poi per tutte e quattro le viti. Questa operazione è da ripetere almeno 3 volte, per ogni vite. Durante gli spostamenti state attenti a non graffiare il piatto, urtandolo di striscio con l’ugello.

Cambiate angolo del foglio per essere sicuri che non sia schiacciato. Dato che il piatto non è sempre piano, l’ideale sarebbe mettere sopra un vetro per avere una superficie più piana possibile.

 

3. Scelta del materiale

Il materiale più semplice per iniziare a stampare in 3D è il PLA (acido polilattico) un polimero dell’acido lattico (quello che Vi fa sentire la stanchezza muscolare). In figura, la formula con l’orientamento sterico della molecola sia “R” che “S”, la parte tra parentesi quadre è la parte che si ripete n volte. Guardando la figura riconoscete cosa c’è prima e dopo le parentesi? Vi voglio aiutare… CH3COOH… Acido acetico, più o meno quello che mettiamo nell’insalata. Senza scendere troppo in inutili particolari sappiate che molti composti organici si presentano in 2 forme speculari che possono avere comportamenti diversi tra loro quindi solo l’isomero “L” ha una forma cristallina e fonde a 180°C (l’enantiomero è amorfo). Il PLA ha un altro vantaggio, è biodegradabile (dai 3 ai 5 anni a seconda dell’ambiente).
Nella stampa 3D si usa anche l ABS (acrilonitrile butadiene stirene), si tratta di un materiale molto difficile. Si ritira moltissimo. Esistono autovetture con carrozzeria in ABS. Quando si estrude ABS, si sviluppano vapori tossici, anche se una volta freddo è innocuo durante la stampa è pericoloso. I mattoncini LEGO sono in ABS. Altri materiali per la stampa 3D sono, per esempio, il PETG (polietilentereftalato glicol modificato) i vantaggi sono nella solidità (solido come l’ABS) si ritira pochissimo e non è tossico, inoltre si possono usare filamenti arricchiti con altri materiali più spesso metalli o leghe metalliche (tipo ottone). 

4. caricare il filamento

Individuato il capo del filamento, con un tronchesino tagliamolo a 45° per agevolare l’ingresso nell’ugello. Una volta tagliato inseriamolo nell’estrusore, tenendo premuta l’apposita molla, che distanzia l’ingranaggio che spinge il filamento, delicatamente spingiamo il filamento fino all’ugello.

5. Impostazioni stampante e GCODE personalizzato

Creiamo qualcosa che sia stampabile. I file che permettono la stampa 3D hanno estensione .gcode, è una serie di comandi preceduti da una G. Per creare un .gcode usiamo un programma detto slicer (affettatore), vale a dire un programma in grado di creare strato per strato e, allo stesso tempo, dove deve depositare il materiale per la stampa. Il programma è in grado di, partendo dai file .stl, creare il un file .gcode. Il programma “cura” ha tutto ciò che ci serve ed è gratuito. Durante il setup al primo avvio, chiederà qual è la nostra stampante per caricare un setting di default. Nelle impostazioni personalizzate, possiamo inserire tutto quello che nelle impostazioni di default non è presente oppure semplicemente vogliamo personalizzare. Possiamo anche modificare la parte finale del nostro .gcode per avere impostazioni più precise. In questo video Marco cambierà alcune caratteristiche come la posizione del piatto alla fine stampa, lo spegnimento delle ventole e alzerà l’asse “Z” di qualche millimetro. 

6. Impostazioni stampa

 Normalmente cura è in impostazioni raccomanded, possiamo però personalizzare tutto con le impostazioni custom. Nelle impostazioni raccomended possiamo dare l’altezza dei layer più è spesso più è lenta la stampa. Il primo strato è meglio farlo più spesso in maniera che aderisca bene. Mentre per lo spessore dei muri più è spesso più sarà solido e resistenze.

La funzione ironing fa in maniera che sia più liscia al tatto, di fatto rifonde un po’ i muri. Mentre per quanto riguarda  le funzioni di infill dipende da quanto la volete densa. Per il raffreddamento controllate che per il primo layer la ventola sia spenta. I supporti servono per le parti sospese, automaticamente verranno stampati delle linee per far sì che la stampante non estruda plastica nel vuoto ma possa tranquillamente stampare le parti sospese. Diamo uno skirt di almeno 2 mm in modo di fare un anello di materiale intorno a quello che deve stampare, questo serve per essere sicuri che il materiale sia alla giusta temperatura con la giusta quantità al primo layer. Ogni materiale ha la sua temperatura di stampa, la temperatura giusta la troverete sperimentando o copiare dagli altri maker magari in qualche blog. Anche la quantità di plastica durante il primo livello è meglio sia maggiore. il primo livello deve anche andare molto più piano nello stampare. 

7.Preparare il filamento

Pre-riscaldiamo l’ugello alla temperatura di stampa del primo layer, dal menu della stampante spingiamo il filamento nell’ugello per far uscire un po’ di plastica.

8. Ottimizzazione della spatola

Se la spatola ha degli angoli vanno smussati per non rovinare il piatto della stampante

9. Stampa

Una volta inserito il gcode diamo l’avvio alla stampa. Quando avrà finito con la spatola stacchiamo delicatamente.

10. Per quando non attacca al piano…

Soprattutto per materiali difficili è una sfida far aderire bene al piatto. Possiamo migliorare questa cosa con della carta-gommata (nastro adesivo di carta, detto anche scotch carta… Fu prodotto per la prima volta in Italia in via Zuretti a Milano nel 1939 da Carlo Alberto Ing. Pagani... mio nonno). Potrete usare un nastro chiamato blue type, che è fatto apposta, oppure con della lacca per capelli spruzzata sul piatto per farla aderire meglio non esagerate con la lacca. Sulla lacca per capelli siamo abituati a sentire di ogni per esperienza Vi dico che se la spruzzate sulla targa dell’auto le multe Vi arriveranno comunque.

11. Stampare upgrades

Andate in un sito che raccoglie molti oggetti 3D e cercate il nome della vostra stampante per avere dei pezzi utili a migliorare la Vostra stampante.